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PISCINE DESENZANO, VEDIAMOCI CHIARO!

L'emergenza COVID che ha coinvolto il nostro territorio nei mesi scorsi ha avuto pesanti conseguenze anche da un punto di vista economico, mettendo a dura prova tantissime delle attività e realtà imprenditoriali che vivono e operano nel nostro comune. Molte di queste sono state costrette a chiudere per alcune settimane o addirittura mesi, e stanno ora tentando di ripartire, con grande difficoltà, altre non hanno neppure più riaperto.

Nel complesso e articolato panorama economico locale ci sono tuttavia alcune realtà che hanno potuto usufruire di condizioni di riapertura "particolari". Il caso più evidente è quello che ha riguardato la società Sport Management Spa con sede a Verona che dal 2009 gestisce le piscine comunali di Desenzano. Leader a livello nazionale in questo settore con oltre 40 impianti gestiti in tutta Italia e oltre 10 milioni di ingressi ogni anno.


A seguito della chiusura forzata degli impianti dovuta al lock-down per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno è stato presentato dalla società al comune un piano economico attestante oltre 100000 Euro di perdite dovute ai mancati incassi e ai costi di gestione, a cui è seguita una richiesta di contributo a fondo perduto pari a 60000 Euro (relativi ai mesi di luglio e agosto), per ripianare le perdite e consentire la riapertura. Lo stesso tipo di richiesta, con importi diversi, è stata fatta anche in altri comuni in cui la società è presente.

In sostanza il gestore chiede al Comune di versare la somma richiesta a titolo di compartecipazione alle spese, altrimenti gli impianti restano chiusi, e una intera comunità senza la possibilità di usufruire delle piscine comunali.

Data l'importanza di un servizio come quello erogato dagli impianti natatori, soprattutto dopo un periodo di forte stress e di reclusione forzata, è evidente che l'amministrazione non può fare altro che cedere alle richieste, pagare il riscatto, e sperare che la gestione riparta senza ulteriori intoppi, o richieste. E così è avvenuto.


Ci chiediamo ora se sia eticamente e giuridicamente corretto sfruttare una condizione di indubbio vantaggio come quella di detenere la gestione di un servizio pubblico necessario e di primaria importanza per una intera comunità, come leva per ottenere condizioni economiche vantaggiose e non previste dalle prescrizioni ordinarie di contratto, soprattutto da parte di un soggetto che fattura diversi milioni di Euro all'anno, mentre centinaia di piccole e medie attività sul territorio hanno dovuto far fronte alla crisi con le proprie forze, anche indebitandosi.




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